Guida alla nutrizione ottimale per la Cavalla in Lattazione

cavalla in lattazione

Le fasi del parto

Il parto e la fase successiva di svezzamento rappresentano i momenti più delicati per la fattrice. La particolarità è che tenderanno a partorire durante le ore notturne, attitudine istintiva e naturale come forma di protezione del puledro da parte dei predatori. Il parto si divide principalmente in 3 fasi:

  • Prima fase del parto: la fattrice si presenterà irrequieta, coricandosi ed alzandosi ripetutamente con segni di dolore addominale. Questo primo stadio può durare da pochi minuti a diverse ore e si concluderà con la rottura della placenta.
  • Seconda fase del parto: la fattrice generalmente rimane sdraiata su un lato per permettere l’espulsione del feto. Una volta che la cavalla si alza o il puledro inizia a muoversi, il cordone ombelicale dovrebbe rompersi in un punto preciso, che si trova a circa 5 cm dall’attacco dell’ombelico.
  • Terza fase del parto, detta anche secondamento: si ha l’espulsione della placenta. L’utero dopo il parto si contrae e la placenta dovrebbe essere espulsa entro le 3 ore dalla nascita del puledro. Nel caso in cui ciò non si verifichi, la situazione deve essere considerata di urgenza, e necessita l’intervento del veterinario, in quanto la ritenzione placentare può comportare:
  • Infezione dell’utero
  • Tossiemia
  • Laminite
  • Morte della fattrice in casi più gravi

È importante, inoltre, osservare attentamente la placenta una volta che è avvenuta l’espulsione per valutarne l’integrità.

Come alimentare la fattrice durante la lattazione?

Il periodo della lattazione è il più impegnativo da un punto di vista nutrizionale. I fabbisogni della fattrice in questo momento sono molto elevati, in quanto si deve soddisfare la produzione lattea, oltre al mantenimento della cavalla stessa. In particolar modo, si ha un aumento dei fabbisogni di proteina rispetto al mantenimento, quindi è importante scegliere i giusti alimenti che apportino proteina di alta qualità. Il mancato soddisfacimento dei fabbisogni comporta un’eccessiva mobilizzazione delle riserve corporee da parte della fattrice, con conseguente perdita di peso, per mantenere la produzione lattea. Sebbene risulti fisiologico da parte della cavalla mobilitare le proprie riserve adipose per far fronte agli aumentati fabbisogni richiesti per la produzione di latte, dobbiamo fare in modo di limitare questa mobilizzazione attraverso strategie nutrizionali. Una soluzione è l’aggiunta di grassi nella dieta della fattrice che deve poter alimentare adeguatamente il puledro in modo che riesca a raggiungere il 45% del suo peso corporeo da adulto allo svezzamento. Se si riesce ad evitare un’eccessiva mobilizzazione delle riserve corporee, la cavalla sarà già in una condizione ottimale per la successiva gravidanza. Infatti, si avrà una riduzione dei tempi di riproduzione, un maggiore tasso di concepimento e una maggior probabilità di gravidanza successiva.

Il latte della cavalla

La produzione di latte varia da 2,0 a 3,5 kg/100 kg di peso corporeo che si traducono in una produzione giornaliera di 10-17 kg per una cavalla di 500 kg durante i primi tre mesi di lattazione. Il picco avviene tra il 2° ed il 3° mese post – parto; inoltre, la produzione di latte, dipenderà dall’alimentazione fornita alla fattrice e dalla sua condizione corporea. Se la cavalla presenta un BCS inferiore a 3 risulta utile aumentare l’apporto energetico, che ne conseguirà ad un aumento della produzione lattea, inoltre fornire un mangime con un contenuto proteico superiore al 14% aiuterà ad incrementarne la produzione. Il latte della fattrice non è ricco di grassi e proteine ma ha un elevato contenuto di lattosio ed è ricco di vitamina C. La composizione del latte varia in base allo stadio di lattazione. Il contenuto di grassi, in particolare acidi grassi a catena lunga, proteine, soprattutto le immunoglobuline, variano notevolmente nel colostro, le quali hanno una durata di 12 – 24 ore. La concentrazione e composizione del latte, in particolare il suo contenuto proteico e lipidico, possono essere influenzati dal tipo di alimentazione della fattrice. Il contenuto di acido linoleico aumenta se la cavalla viene integrata con lipidi (olio di mais, soia o girasole). L’integrazione proteica, invece, ad esempio con l’uso di farina di soia andrà ad aumentare il contenuto proteico del latte.

Derby One consiglia per la cavalla in lattazione Derby Custom o Derby Puledri e Fattrici per il loro corretto apporto proteico e la loro adeguata integrazione con vitamina E e selenio. Nel caso in cui la fattrice faccia fatica a mantenere un BCS ottimale, si consiglia di introdurre Derby Rice che fornisce il corretto apporto energetico grazie alla sua alta percentuale di grassi. Per far fronte alle aumentate richieste proteiche e garantire una buona produzione lattea, si consiglia l’aggiunta di Derby Rice Pro.

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